sabato 10 settembre 2011

Il motto della FIGG: braccia "virtuali" e "nulla" reale.

Ma come? Pochi giorni fa in un report trionfale si criticava lo stage arbitrale del congresso con frasi del tipo:

      "ma il bilancio finale difficilmente può essere considerato positivo"
      "di fatto non acquisisce le competenze o gli strumenti che gli permettono di gestire tutte le complesse problematiche"
      "il livello veramente basso dei corsisti rende difficile qualunque discussione avanzata."

Non certo positive, e anzi si rincarava la dose con:

      "collaborare per innalzare il livello del corso europeo (o magari differenzialo, possibilmente con..."

E pochi giorni dopo cosa abbiamo? Un annuncio TRIONFALE sul fatto che si sono formati SEI nuovi arbitri!!! Che pone la FIGG ad avere una percentuale du arbitri pari a quasi il 5% dei Soci attivi, una cosa ridicola e risibile. In quanto più che tanti servirebbe qualità, e magari l'accortezza di non fare giocare l'arbitro nel torneo che lui stesso gioca . Cosa inutile nei piccoli tornei, ma desiderata, se non necessaria ai Campionati Italiani e ai tornei grandi, dove (ad esempio quest'anno) un accoppiamento "fortunato" ed "inusuale" ha "casualmente" favorito l'arbitro di turno.


Ma si sa è il nuovo corso, tanti che sulla carta fanno, e nessuno che poi in pratica si dà da fare, insomma la civiltà "virtuale", ben collaudata da dieci anni di agini attivi più su internet e nelle menti estere che sul territorio e nei club italici.

Vergogna

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