giovedì 18 agosto 2011

Racconto di due Club (con morale agina)


Vi era una volta un Club in una città operosa e piena di fabbriche, si era allora prima della globalizzazione. Molti, nel Club, erano convinti che il Go fosse più di un gioco, una vera e propria “via” (in giapponese Do) e che meritasse di essere diffusa ed insegnata per tutta la penisola. Allora si misero all'opera e per decenni si auto tassarono e diedero tempo e sforzi per insegnare il gioco a persone e gruppi vicini e lontatni. Nacquero così i Club/nuclei di Varese, Torino, Napoli, Cagliari e altri.


Più recentemente ci fu un altro Club in un altra città, dopo essere nato ed aver avuto materiali e mezzi dalla Federazione, era ormai arrivato ad avere olte dieci Soci. Ecco, pensavano gli operosi goisti del primo Club: "missione riuscita"! Adesso iniziaranno a contribuire anche loro alle casse federali, e aggiungeranno il loro sforzo "diffusorio" al nostro. E così arriveremo a "2000 nel 2000".

Ma passava il tempo, gli anni, e il Club continuava a chiedere e chiedere. Scrivevano, telefonavano, e poi, con l'evolversi della tecnologia, e-mailavano dicendo che si “doveva” andare ai loro tornei, che si "doveva" sostenerli. Insomma prendevano, prendevano e ancora pretendevano, senza dare e sopratutto senza creare quel valore aggiunto necessario a generare mezzi per ulteriori sforzi di diffusione..

Flashforward di qualche lustro....

Il primo Club, operoso, esiste ancora, fa parte della Federazione e fa ancora promozione (sul web con innovative lezioni video, a svariate mostre ad eventi durante l'anno, e organizzando molti tornei). Mentre il secondo Club, esiste ma non ha iscritti alla Federazione (questo per dimostrare a chi argomentava di problemi con precedenti gestioni), insomma e ancora a chiede e a dare nulla.

Non credo di dover nominare questi due Club, certo ben riconoscibili. La morale della storia è che "cluster" diversi fanno cose diverse. E che così come "simile attrae simile", dissimile scaccia dissimile. Chi gridava per avere il potere, e oggi ce l'ha, che uso ne fa? A me sembra un uso puramente o-nanistico. E chi diceva: "se cambiassero le cose allora tutto cambierebbe", adesso dice "abbiate pazienza, tra un po di anni..." E tira a campare. 

Insomma, l'arte della retorica e della demagogia è l'unica cosa che cresce, come le erbacce. Distruggendo il giardino ben coltivato. Persone che "a parole" hanno decantato attività, in pratica che fanno? E, mi si conceda, ma l'agi esiste ancora? E che fa? Prenota un agriturismo per un week end all'anno? E il Pro che vi va, da chi è fornito? Non sarà forse dai contatti europei della Federazione?. Strano perè, perchè non ho visto ringraziamenti agini alla Federazione, mah.

La verità e che persone diverse “gravitano” verso cose che più aggradano al loro spirito.

Ecco, per dirla tutta, io sono fiero del Club a cui appartengo, e delle persone che lo frequentano e che ne fanno parte, per alcuni altri provo solo Vergogna!

2 commenti:

  1. Pensavo di avere capito di che club stessi parlando, ma rileggendo il post mi accorgo che il secondo club tu non l'hai mai nominato. E' vero?
    Io ero invece strasicuro che fosse uno dei quattro citati all'inizio.....................

    Le esperienze personali, ahimè, a volte inducono convinzioni errate.

    M.

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  2. No, non è tra quelli citati. Come suggerimento mi spingo a dire che è sotti il fatidico Rubicone...

    g

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